L’articolo 18

art.1825/09/2014

L’articolo 18 dello statuto dei lavoratori, nel diritto del lavoro italiano fa riferimento all’art. 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300, “Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e dell’attività sindacale, nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento”, nota appunto come statuto dei lavoratori.

Esso costituisce applicazione della cosiddetta tutela reale disciplinando in particolare il caso di licenziamento illegittimo (ovvero effettuato senza comunicazione dei motivi, ingiustificato o discriminatorio) di un lavoratore. (VikipediA)-

Quando fu approvato questo articolo avevo 34 anni, ero un lavoratore dipendente e fui felice per questa conquista di noi lavoratori.

Qualche anno dopo, però, la mia felicita fu annullata da E.V.

Era uno dei pochi impiegati della filiale di una grande azienda e, di questa filiale, ero responsabile in qualità di direttore. E.V. era il classico lavativo: assenteista, riardatario, inaffidabile. Più che inutile, dannoso.

Comunicai alla sede centrale che ero costretto a licenziare questo elemento e mi si informò che non potevo: dovevo inviargli almeno tre lettere di biasimo circostanziate prima di poterlo licenziare.

Gli mandai subito la prima lettera e già preparavo la seconda quando l’amico si mise in malattia: grave esaurimento nervoso. Dopo un paio di mesi rientrava per qualche giorno ma, prima che potessi scrivergli ancora, ritornava in malattia.

Riuscì a rubare lo stipendio per più di un anno.

Naturalmente mi direte che non si può giudicare una sacrosanta conquista per il semplice e sporadico caso di un lavativo. Ed avrete ragione. Ma poi ho pensato: se dovessero licenziare me, che mi impegno e dò ottimi risultati, per una lecita disputa con qualcuno della sede centrale. E se dovessi essere reintegrato, che vita sarebbe la mia in un’azienda che non mi voleva? Che possibilità di carriera avrei avuto? Avrei avuto una scelta: mettrmi a fare pedissequamente e col minor sforzo possibile quello che mi avrebbero ordinato, attento a non dare l’occasione a lettere di biasimo, oppure continuare a litigare fino al successivo licenziamento.

No grazie: a me l’articolo 18 non serviva.

Allora a chi serve?

Lascio a voi la risposta.

 

 

 
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