Le attenzioni 

matrimonioIl mio matrimonio dura da cinquant’anni.

Se è stato un bene o un male non lo so… A volte penso che una vita da solitario sarebbe stata più consona al mio carattere, ma poi la vista dei miei figli e dei sei meravigliosi nipotini mi riempie di legittimo orgoglio e sono contento delle mie scelte.

Inoltre ho avuto la fortuna di trovare una moglie perfetta che durante la mia vita, a volte travagliata, mi è stata sempre a fianco e non mi ha fatto mai mancare il suo appoggio ed i suoi incoraggiamenti. Ma, purtroppo ha un problema: è una donna.

Certo, avrei potuto sposare un uomo… Ma, a parte il fatto che avrei avuto qualche problema con le mie tendenze sessuali, quel tipo di uomini ha le stesse doti psicologiche di una donna, e credo che necessiti delle stesse attenzioni e della stessa pazienza.

Ed ora veniamo al nocciolo del problema: le attenzioni e la pazienza. Sappiamo tutti che un matrimonio dura se un uomo sa rimanere innamorato della sua compagna adattando i gusti agli inevitabili cambianti che ella subisce nel corso degli anni. Man mano che invecchia una donna vede scemare le sue doti fisiche e comincia a temere di perdere il controllo sul suo uomo.

Alcune moltiplicano le attenzioni fino al punto da diventare oppressive. Altre si chiudono a riccio, diventano insofferenti e, a volte, anche aggressive.

E l’uomo che continua ad amare questa donna cosa può fare? Solo esserle vicino, subire i suoi momenti bui e non farle mancare le sue attenzioni.

Il problema è che lei difficilmente se ne accorge, mentre invece nota immediatamente i suoi più piccoli errori e non manca mai di farglieli gentilmente notare. Naturalmente questa cosa è un po’ stancante ed è allora che si ha ha bisogno di tanta, tantissima pazienza.

Naturalmente io faccio del mio meglio, sto molto attento e, in quanto a pazienza, potrei dare dei numeri al vecchio Giobbe.

Ma è difficile. Stamattina mi sono svegliato presto, sono sgusciato dal letto e sono andato in cucina. Avevo bisogno di un caffé ma la mia macchinetta espresso, quando eroga il caffé, fa un rumore tale che avrebbe certamente svegliato la mia dolce metà la quale, contrariamente a me, ha un udito finissimo. Con una santa pazienza sono ricorso alla vecchia napoletana. Il caffé non è lo stesso ma, almeno, non fa rumore.

Poi, in religioso silenzio, mi sono preparato la mia zuppa di latte e sono andato a mangiarmela in soggiorno davanti al televisore. Naturalmente ho messo il volume a zero ed usato la cuffia sempre per la stessa ragione.

Ero seduto sul divano e stavo prendendo le ultime cucchiaiate quando, con un dolce sorriso, è entrata il mio amore, mi si è avvicinata amorosamente, mi ha preso il cucchiaio di mano ed ha cominciato a rivoltarlo rumorosamente nella ciotola.

L’avevo svegliata con la zuppa di latte!

Le ho chiesto scusa e mi sono allontanato tirando giù (naturalmente mentalmente) tutti i santi e le madonne di mia conoscenza e pensando a come sarebbe stata la mia vita da solitario.

Vabbé... Domani starò più attento.

 

 

 
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