Buon anniversario.
(aggiornato al 2018)

coi figliMia cara,
Oggi č il nostro anniversario: cinquantaquattro meravigliosi anni di vita insieme, pių cinque anni di fidanzamento… Fanno cinquantanove.
Ti sembrano tanti?
A me sembra ieri, quando ti vidi per la prima volta al mare…
Avevi diciannove anni ed eri bellissima: i capelli biondi, la pelle abbronzata ed un vestitino nero: seppi solo in seguito che eri in lutto per la recente scomparsa di tuo padre.
Mi colpisti subito. Ma tu eri al centro dell’attenzione di tutti i ragazzi della villa dove eravamo in villeggiatura. Non mi piaceva mischiarmi alla massa, e me restai in disparte.

Quella sera si ballava… Eri ricercatissima… Avrei voluto invitarti… Ma non volevo fare a gara con gli altri per avere la tua attenzione.
Me ne restai in disparte a chiacchierare con qualche amico… Senza smettere un istante di guardarti. Eri proprio bella… Ma eri sempre contornata di un gruppo di corteggiatori, e ridevi compiaciuta del tuo successo.

Poi, come per miracolo, vidi che eri sola, a pochi passi da me, e mi buttai:
- Vuoi ballare?
- Si.
Era Peppino di Capri in “nun č peccato”.
- Come ti chiami? – Mi domandasti. Io ero talmente emozionato che ti risposi dicendoti il mio cognome.
- E che siamo a scuola? Volevo sapere il tuo nome…
- Enzo. Tu ti chiami Emma… Lo so.
Non ci scambiammo altre parole: tu ti appoggiasti a me ed io ti tenni stretta, come se avessi avuto paura di perderti… Verso la fine del brano ballavamo guancia a guancia e, quando la musica finė, eravamo ancora stretti l’uno all’altra. Furono le risate e gli schiamazzi degli amici a riscuoterci.
Tu poi ballasti con altri, io con nessuna.
Qualcuno, forse un amico ruffiano, rimise sul piatto “nun č peccato”. Tu da lontano mi guardasti ed io ti gridai:
- Emma! E’ peccato?
- No – mi rispondesti. E riprendemmo a ballare stretti stretti, come se ci conoscessimo da anni.

Cosė nacque cinquantanove anni fa il nostro amore. Ora siamo nonni… Ma, quando mi capita di risentire quella canzone, provo ancora quella strana sensazione… Come se il cuore fosse in un ascensore che si ferma all’improvviso…


 
 

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