Enzo Fedele
Il mio amico Enzo
Fedele continua ad incoraggiarmi a scrivere. Mi
piace credere che sia perché apprezza come lo faccio e non per
incoraggiare un vecchio “in partenza” a fare almeno qualcosa di
innocuo e non particolarmente pericoloso.
Allora scivo. Il problema è che ormai ho pochi stimoli perché i
miei contatti col mondo esterno sono ridotti al minimo, la mia
fantasia è atrofizzata dall'ozio, parlare del fruttivendolo o
del triste fallimento del mio vecchio farmacista credo sia di
ben poco interesse. Anche il negozio di ferramenta ha chiuso ed
ora l'ex proprietario fa l'idraulico (è carissimo ma io chiamo
lui ogni volta che ne ho bisogno). Colpa della crisi? Quasi
sicuramente si. Ma parlarvi della crsi mi deprimerebbe, e poi
non avrei da suggerire alcuna soluzione. Gli economisti dicono
che dalla crisi siamo usciti, ma la farmacia è ancora chiusa ed
il negozio di ferramenta non ha riaperto.
Nel mio rimbambimento senile arrivo a sperare che il nuovo
governo migliorerà le cose. Capirete quindi in quali condizioni
mentali mi ritrovo: ridotto a credere nei miracoli!
Vorrei parlarvi almeno di televisione. Ma vedo solo
telegiornali, dibattiti e qualche vecchio film già visto troppe
volte: odio le telenovelas e sarei capace di uccidere gli autori
di “L'Isola degli sfigati” o, peggio ancora, quelli di “Il
grande fratello”.
Allora continuo a parlarvi della mia vita da vecchio.
Le mie giornate sono tutte uguali, inclusi sabato, domenica e
feste comandate: sveglia, colazione, pillole, gocce negli occhi
e breve passeggiata a piedi per il corso.
Le gocce negli occhi devo metterle tre volte al giono. Purtroppo
non riesco a fare da solo: all'inizio ci ho provato, ma ho una
mira da schifo e mi ci lavavo la faccia. Emma invece sembra
Guglielmo Tell: ad ogni goccia un occhio centrato in pieno!
Quindi la poverina ha dovuto accollarsi anche questo compito:
tre volte al giorno mi sbatte su un divano e procede.
Qualche volta alla passeggiata si aggiunge una puntata dal
medico a ritirare una ricetta, o dal tabaccaio, dal
fruttivendolo o dal salumiere.
Dopo pranzo pillole, caffé e divano a dormicchiare davanti alla
TV. Con la cuffia. Perché, nella camera accanto Emma riposa.
Più tardi due partite di burraco fino all'ora di cena. Vi ho già
detto in altre occasioni che, da vecchio giocatore di poker,
odio il burraco. Ma, talvolta, bisogna fare di necessità virtù,
e poi è una buona occasione per godere di qualche ora di
intimità con mia moglie. Spesso ridiamo insieme, qualche volta
litighiamo, lei mi mette il broncio che però non dura mai fino a
sera. Io gioco male: senza un minimo di prudenza, mi imbarco in
avventure impossibili, non sono particolarmente attento al gioco
e perdo sempre. Però, in fondo, mi diverto. Durante il gioco
canticchio ed a volte lei si unisce a me correggendomi
l'intonazione. Oppure faccio una specie di cronaca cantata della
partita tipo “questa carta non mi va e perciò l'aggia scartà”,
Mi vengono le rime quasi ad ogni carta che prendo e lei mi
sopporta con santa pazienza fino a quando non la perde. Ieri, ad
esempio, ero partito con “questa carta non è bella...” e lei ha
continuato subito con “... e tu dillo a tua sorella”.
Dopo cena TV con mia moglie. Con la cuffia perché non sento
bene.
Dopo la TV ultima partita di burraco. Pillola, gocce ed a letto
con un libro.