Feste farina e forca
E’ una politica di governo che viene generalmente attribuita a Francesco II di Borbone. Ma “Pane et circentes” ha origini molto più remote.
Eppure ho l’impressione che il sistema sia ancora attuale e solo oggi, grazie ai nostri governanti illuminati, comincia a dare segni di cedimento.
Si è cominciato a pensare in grande… Si è pensato che il popolo avrebbe potuto fare a meno di un pò di farina in nome dell’appartenenza alla Grande Europa.
Però, come è umano e naturale, il sacrificio si è chiesto solo al popolo, mentre le caste privilegiate continuano, nella farina, a farci il bagno.
Non si è considerato che, senza la farina, le feste e la forca sono del tutto impotenti. Gli affamati non hanno niente da festeggiare ed i morti non si possono impiccare.
E sta accadendo quello che era normale succedesse: gli affamati danno di piglio alle mazze ed ai forconi e scendono in piazza.
Niente di pericoloso per ora. Gli uomini hanno molto in comune con gli animali: un branco di cani affamati abbaia, ringhia, minaccia, ma non assale un avversario che ritiene più forte.
Così i nostri eroi del forcone abbaiano ma non mordono… ancora…
Se qualcuno gli lancerà un pò di briciole si sazieranno e torneranno a casa. Ma poi la fame tornerà… E se, come sembra prevedibile, il loro numero crescerà sempre di più, diventeranno più forti e, quando la fame raggiungerà anche quelli che oggi si sentono al sicuro, si faranno coraggio e cominceranno ad assalire ed a mordere. E non ci sarà forza pubblica capace di fermarli. Chi dovrebbe fermarli, anche se non avesse la stessa fame, riconoscerebbe tra loro fratelli ed amici e non avrebbe il coraggio di sparargli contro.
Sono catastrofico? Forse. O forse no:
Io ho una certa fantasia e mi sono immaginato orde di affamati che invadono le strade e sacchggiano tutto ciò che c’è da sacchggiare. E mi sono chiesto cosa farei se una di queste orde in cerca di un posto caldo dove dormire, invadesse casa mia e mi buttasse fuori in malo modo.
Forse scenderei in istrada alla ricerca di una mazza o di un forcone e, in buona compagnia, andrei ad invadere la casa di un mio vicino.