cacciatiIl Paradiso perduto.

   Quella mattina Adamo si svegliò presto: si sentiva peno di energia e, impaziente di iniziare un nuovo giorno, balzò su dal giaciglio di paglia dove aveva trascorso la notte accanto ad Eva.
Si guardò quell'aggeggio che, normalmente, durante il giorno gli pendeva tra le gambe, ed ebbe il solito moto di fastidio: si era di nuovo irrigidito, era aumentato di dimensioni ed aveva assunto una strana posizione eretta.
Si sentiva la vescica piena e, purtroppo, non avrebbe potuto svuotarla fino a quando quel "coso" non sarebbe ritornato normale:
- Devo parlare al Padre - Pensò - Questa benedetta fontana si è guastata di nuovo, Lui non avrà problemi a ripararmela -.
Uscì dalla grotta e andò a tuffarsi nel laghetto poco distante.
L'acqua fredda tonificò i suoi muscoli e gli fece anche tornare normale la "fontana" per cui potè finalmente liberarsi la vescica.
Ora aveva davanti a sé una giornata intera da godere.
Si fermò sotto una palma è chiamò a gran voce la scimmia Cita che gli portò un casco di banane.
Mentre faceva colazione pensò alla lunga giornata che lo attendeva: - Uffa che noia! - Disse alla scimmietta - Un'altra giornata di stupida felicità. Il Padre ci ha ordinato di essere felici ed io mi sforzo di obbedire. Ma come pretende il Padre che un uomo sia felice raccogliendo frutta, passeggiando per un giardino ed ascoltando per ore ed ore le stupidaggini che dice quella chiacchierona di Eva? -
Il serpente, attorcigliato al ramo di un melo, lo ascoltava e rideva sotto i baffi.

Si, a quel tempo i serpenti avevano i baffi. qualcuno è in grado di contraddirmi?
Intanto anche Eva si era svegliata, aveva fatto il suo tuffo nel laghetto e, uscita dall'acqua correva grondante verso di lui ridendo:
- L'acqua è gelata ma è bellissima! Vieni con me a fare un altro bagno? -
- Ecco la rompiscatole! - Pensò Adamo mentre Eva si avvicinava: - Stai lontana da me! - Le gridò guardando quelle strane palle che la donna si ritrovava in petto e che, nella corsa, sobbalzavano allegramente. - Per favore non ti avvicinare troppo, quando sei vicina mi ritorna quel difetto alla fontana!
- Ma a me quella fontana piace proprio quando è guasta!
- Non prendermi in giro! Oggi parlerò al Padre per farmela riparare.
Il serpente, attorcigliato al ramo di un melo, li ascoltava e rideva sotto i baffi.

Adamo aspettò con ansia il tramonto.
Era l'ora in cui il Signore si faceva vivo per chiedere come avevano passato la giornata, se erano felici, se gli piaceva il Paradiso terrestre.
Naturalmente il Signore già sapeva le risposte ma amava sentirle da loro.
Lui aveva più volte sottolineato che potevano rispondere sinceramente e che aveva dato loro il ll libero arbitrio, ma sapeva benissimo che avrebbero mentito, perché avevano una sacrosanta paura di contraddirlo.
Ma che volete, Lui si divertiva a prendere per il culo gli uomini e le donne (vizietto che gli è rimasto fino ai tempi nostri).

Quando finalmente il Signore si fece vedere il sole era quasi tramontato e, anziché fare le solite domande, si rivolse direttamente ad Adamo:
- Dimmi figliolo, volevi chiedermi qualcosa? -
Adamo era molto intimidito ma si fece coraggio e parlò:
- Signore, non potresti fare qualcosa per questa fontana? La mattina si irrigidisce al punto che non riesco a liberarmi la vescica... -
Allora il Signore si arrabbiò... Si arrabbiò così bene che Eva penso: - Perbacco, questo Dio come si arrabbia bene...
- Come ti permetti di chiedere se posso? Io posso tutto, non lo sai? -
Adamo era mortificatissimo... Ma poi il Signore si calmò:
- Adamo Adamo... Non ricordi cosa vi dissi quando vi lasciai nel Paradiso terrestre?
- Perdonami signore... Ero così confuso... Ma non mi pare che ci parlasti della fontana...
- Mah... Credevo di averti fatto più intelligente... E' la prova che posso tutto: posso anche sbagliare... Comunque vi dissi: "Crescete e moltiplicatevi!". Ebbene, quella "fontana" serve a questo scopo e deve essere così com'è.
- Perdonami signore, non avevo capito...

La mattina successiva Adamo, ancora mortificato, si sforzo di spargere la sua urina su un prato ed aspettò di vedere la moltiplicazione promessa.
Il serpente continuava a ridere sotto i baffi...

A sera Adamo incontrò di nuovo il Signore e chiese:
- Signore, ho provato... Ma non si moltiplica niente.
- Ma tu hai solamente pisciato per terra - Gli rispose il signore - Che ti aspettavi?
- E... Allora... Che devo fare?
- Parlare di queste cose mi annoia, un giorno te le farò spiegare dallo Spirito Santo che è molto più pratico. Per ora sappi che non puoi farlo senza aver prima ricevuto la benedizione di un prete.
- E dove lo trovo questo prete?
- Per ora non c'è. Sarà un figlio dei tuoi figli...
- E' come si fanno i figli?
- Facendo la cosa che potrai fare solo dopo la benedizione.
Detto questo il Signore sparì lasciando Adamo sempre più perplesso.

Eva, intanto, sotto un melo, chiacchierava col serpente:
- E poi dicono che noi donne siamo illogiche... Hai sentito cosa ha detto il Signore? Vuole che facciamo i figli che poi ci dovranno autorizzare a fare i figli... E non sappiamo nemmeno come si fanno questi figli!
- Hai sentito - le rispondeva il serpente - Ve lo spiegherà lo Spirito Santo.
- Ma io quello l'ho visto una sola volta: mi guardava in modo strano e mi toccava continuamente il culo...
- Beh, devi capirlo... Lui per togliersi lo sfizio dovrà aspettare diverse migliaia di anni. Sai... Lo Spirito non è di legno... Anzi... Stagli alla larga, altrimenti Adamo farà la fine di San Giuseppe.
- E chi è questo San Giuseppe? Che fine fece?
- La stessa fine di San Martino.
- Ora anche tu cominci a parlare per enigmi. Insomma, tu lo sai come si fanno questi figli?
- Certo che lo so.
- Allora dimmelo tu.
Il serpente le si avvolse saldamente intorno alle gambe e parlò: - Così, così, così...

A sera Eva raccontò ad Adamo quello che le aveva detto il serpente senza entrare molto nei particolari.
Adamo ne restò sconvolto:
- Ma hai sentito il Signore, dobbiamo aspettare la benedizione del prete...
- Ed il prete deve essere uno dei figli dei nostri figli... In pratica il Signore ci ha autorizzato...
- No. Assolutamente! Niente figli!
- Vabbé niente figli... Ma, intanto potremmo fare un po' di allenamento... Il Signore non lo ha proibito.
- Si ma... Sarebbero atti impuri.
- Embé? I dieci comandamenti ancora non sono stati scritti...
- Questo anche è vero... Quindi si potrebbe?
- Certo! E poi... Sono sicura che sarà una cosa piacevole. - Così dicendo Eva gli prese il membro già eretto tra le mani e incominciò ad accarezzarlo dolcemente.
- Hai ragione - Esclamò Adamo - E poi mi sono sempre domandato cosa si prova a toccarti quelle due palle...
- E toccale... Cosa aspetti? -
Adamo era ormai partito... Si lanciò nella nuova avventura, sempre più eccitato dai gridolini di piacere di Eva.
Tocca che ti tocco... I due erano ormai in piena estasi di piacere e, volta per volta, si inventavano sempre più nuovi esperimenti.
Adamo si sentiva scoppiare ma non voleva lasciarsi andare. Inconsciamente capiva che se avesse ceduto sarebbe finito il piacere...
Poi Eva se lo tirò addosso dicendo: "Poggialo qui" - "Ma è pericoloso..." - Le disse. Ma intanto si appoggiava dolcemente...
Era una sensazione meravigliosa... Non era possibile resistere...
E non resisté. Gridò: Signore perdonami! E spinse.

Alla sera successiva, quando arrivò il Signore, erano stanchi e soddisfatti: avevano fatto allenamento per tutto il giorno.
Appena li vide, il signore si fece scuro in volto:
- Cosa avete fatto!
- Signore perdonaci... Volevamo solo provare...
- No! Non vi perdono! Vi scaccio dal Paradiso! E non basta! Tu uomo lavorerai con gran sudore e tu donna partorirai con gran dolore!

Il cielo si oscurò e, tra tuoni e fulmini, si ritrovarono in una landa desolata...
Una pecora, disturbata dal loro arrivo, mandò uno straziante belato e fuggì via.

Adamo, piangendo, guidò Eva al riparo in una grotta poco lontana...
Eva era più tranquilla:
- Pensaci Adamo... Noi non abbiamo nessuna colpa... Se il Signore non avesse voluto quello che è accaduto non lo avrebbe permesso... Era tutto nei suoi piani... Noi non c'entriamo.
- E allora perché?
- Non lo so il perché... Ma un giorno il nostro pronipote prete lo spiegherà ai nostri discendenti.

 
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