Le mie passioni. 

Escludendo le donne, la mia prima passione fu la vela. Ci arrivai dopo i trent’anni    perché, fino a quell’età, avevo dovuto fare l’adulto.

Appena potei permettermi di cominciare a fare il ragazzino mi comprai uno strano gommoncino a vela per provare le prime emozioni della vela e ne rimasi conquistato.

Fu in questa occasione che mia moglie pretese ed ottenne di dividere i nostri conti in banca: lei avrebbe controllato quello delle necessità familiari ed io quello degli gli sfizi.

 

Appena il mio conticino me lo permise comprai il Topper .

Un barchino molto agile e divertente facile da gestire e che, soprattutto, non si sgonfiava in navigazione.

 

Quando il conticino ingrassò un poco passai al primo cabinato e cominciai con le mie avventurose crociere.

Era piccolo (circa otto metri), in cabina si poteva stare solo seduti, aveva una specie di cuccetta triangolare a prua, una minuscola dinette, un fornellino basculante in un angolo e basta.

Se ero in compagnia, per i miei bisogni corporali dovevo cercarmi una scogliera o una spiaggetta deserta.

Ma era una barchetta bellissima, in compensato marino, leggerissima e veloce.

 

 

Non appena il mio “conticino” diventò un “conto” mi misi a caccia di una barca più grande e più comoda, in modo da poter affrontare crociere più impegnative.

Con mio figlio Giovanni, che intanto era diventato il mio primo ufficiale, affrontai un lungo pellegrinaggio tra moli e cantieri fino a quando trovammo Takaroa. Era una bella imbarcazione di circa undici metri, con la coperta in tek, cinque posti letto, un bagnetto, una comoda dinette, un fornello e, meraviglia delle meraviglie, anche un frigorifero.

Takaroa fu la compagna di molte nostre vacanze e non ci deluse mai. Poi Giovanni trovò lavoro e fu troppo impegnato a costruire la sua nuova famiglia; anche la mia attività mi teneva troppo impegnato e fummo costretti a trascurare la nostra amica fino a quando non decidemmo, con il pianto nel cuore, di venderla.

 

Non appena potei disporre di un po' di tempo in più (a sessant'anni), imparai a cavalcare e fui completamente preso dalla passione per i cavalli con i quali stabilii un bellissimo rapporto. Le lunghe galoppate sul bagnasciuga ritornano ancora nei miei sogni.

 

 

  

Le moto, quando ho potuto, mi hanno sempre accompagnato. Quella nella foto è la mia ultima: una Motoguzzi Breva con la quale scorrazzai in lungo ed in largo, fino all’insorgere dei problemi di salute (con i quali vi ho ammorbato a sufficienza). 

 

 

  

Ora sto riprendendo le forze ed ho una nuova compagna: una bici “col trucco”, e tanti nuovi amici ciclisti che non se la prendono se, mentre faticano sulle salite, io, con la scusa dell’età, mi mantengo al passo con loro grazie al motorino elettrico nascosto nel mozzo della ruota posteriore.

 

 

Ora mi domando: quale sarà la prossima?

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