XXVIII

Le palle e il femminismo

 Da qualche anno frequento, con piena soddisfazione, un forum su internet. Tra gli altri forumisti, ce n'è uno, molto apprezzato da tutti, il cui nick è Killing time.

Anch'io lo apprezzo per molti versi, ma sono costretto a fargli causa. Credo sia universalmente nota la mia avversione per le liti ma, in questo caso, non posso proprio evitarlo: mi ha reso la vita impossibile.

Ma andiamo per ordine.

Un brutto giorno il forumista in questione pubblicò un trhead: - “Un altro gioco con le palle” – era intitolato. Egli, col fare più innocente di questo mondo, presentò un giochino maledetto: si trattava di eliminare delle palle… Ma non mi ci fate pensare.

In verità egli ci aveva avvertito che il gioco avrebbe potuto dare assuefazione. Ma una cosa è l’assuefazione ed una cosa è rovinare una famiglia!

Quando lo vidi, feci qualche partita e mi sembrò simpatico ma poi, devo ammetterlo, commisi l’errore più grave della mia vita: lo feci vedere a mia moglie.

In passato il suo atteggiamento per la mia frequentazione d’Internet era stato abbastanza critico. Speravo così di mitigare questa sua avversione…

E ci riuscii, oh se ci riuscii : lei, nemica giurata dei computers, imparò perfino a collegarsi in rete! Inutile dire che finì col sequestrarmi completamente il PC.

Naturalmente la cosa mi infastidiva ma era sopportabile. In  qualunque momento entravo nello studio la trovavo intenta a combattere” con le palle: - Te lo lascio subito – mi diceva sentendomi entrare.

- Non ti preoccupare, continua pure, io voglio leggere un po’ – In fondo sono sempre un marito affettuoso…

Avrei sopportato tutto questo di buon grado e non mi sarei mai sognato di prendermela con Killing… Ma il maledetto non mi aveva avvertito che, sotto quelle palle, si nascondeva uno strumento…

Scusate cambio la frase: mi sembra che questa si presti a false interpretazioni. Volevo dire che in quelle palle c’era il seme… (vabbé la lascio così) del più bieco femminismo.

Dovete sapere che io non credo di essere un maschilista, o almeno mi sforzo sempre di non esserlo. Pensate che sono cresciuto in una famiglia dove la donna era “l’angelo della casa” e l’uomo era l’uomo”. Ero l’unico figlio maschio amorevolmente servito e riverito da una mamma e tre sorelle…

Ormai sono quarant’anni che lavoro per abituarmi all’idea che non sono “il masculo” ma una persona che convive con un’altra senza particolari prerogative o diritti.

A volte do una mano ad apparecchiare o sparecchiare la tavola, quando mi va preparo qualche pietanza… Nei miei momenti “buoni” passo persino l’aspirapolvere!

Mia moglie però non mi ha fatto mai pesare particolarmente questo mio “declassamento” e, pur essendo moderatamente femminista, ha sempre preso su di sé il peso della conduzione della casa.

Stamattina mi sono alzato (dopo mia moglie, come sempre) e sono andato in cucina per bere il solito caffè: non ce n’era! Di mia moglie nessuna traccia: aveva iniziato il turno mattutino con le palle.

Ho pensato: - Ora mi spremo un paio di arance… Il caffè lo prenderò dopo. - La base col motorino dello spremiagrumi era al suo posto, ma tutti gli accessori erano nell’acquaio insieme con le stoviglie della cena.

La cucina mi respingeva con tutta la sua sporcizia…

Mi sono imposto la massima calma e compostezza ed ho raggiunto mia moglie nello studio:

-Guarda che non c’è caffè – Le ho detto quasi timidamente.

- Fattelo – Mi ha risposto senza alzare gli occhi dalle palle.

- Ma le stoviglie sono tutte sporche, nella cucina non si può entrare…

- Beh, pulisci… In questa casa non ci sono solo io… -

E intanto eliminava un gruppo di palle.

Non ci ho visto più, davanti ai miei occhi iniettati di sangue hanno cominciato ad agitarsi migliaia di palle multicolori... Milioni di palle…

Poi ho visto tutto rosso… Giallo…Blu… Ho afferrato il pesante telefono che era sul tavolo...

Ed ho telefonato all'avvocato.

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